"L'estetica è di per sé (...) un territorio dagli incerti confini e volerli fissare in via preliminare all'interno di una troppo rigida griglie può costituire un pericolo metodologico. (...)
In quando tale, con il nome che oggi conosciamo, (l'estetica) nasce nel 1735, quando (...) Gotlieb Alexander Baumgarten (...) parla per la prima volta di estetica nella sua opera Meditazioni filosofiche su alcuni aspetti del poema. In quest'opera, dedicata alla poetica e all'oratoria, (...) si giunge a un'importante conclusione: filosofia poetica, afferma Baumgarten, è la scienza che dirige verso la perfezione l'orazione sensitiva. Bisogna dunque supporre nel poeta una facoltà sensitiva inferiore, che dovrebbe essere diretta da una "logica". Ma la logica è ritenuta la scienza della conoscenza filosofica, cioè una scienza che dirige, nel conoscere la veritá, la facoltá conoscitiva superiore. Bisogna allora supporre un'"altra" logica e ipotizzare che "si possa dare una scienza la quale diriga la facoltá conoscitiva inferiore: o scienza del conoscere sensitivo". Cosí, utilizzando la ben nota distinzione tra rappresentazioni estetiche e rappresentazioni noetiche (...) Baumgarten conclude che le rappresentazioni noetiche sono da conoscersi mediante la facoltá conoscitiva superiore, oggetto della logica, "mentre le rappresentazioni estetiche sono oggetto della scienza estetica ovvero della estetica". (Baumgarten, Meditazioni..., 1735)
(...) Baumgarten afferma che l'estetica non deve temere la confusione, osservando al contrario che essa "a) è peró condizione irrinunciabile per poter scoprire la veritá, dato che la natura non fa salti passando dall'oscuritá alla distinzione. Il mezzodí viene dalla notte, passando per l'aurora; b) e proprio per questo bisogna prendersi cura della confusione, affinché non ne scaturiscano errori, come appunto (e quanti!) sopravvengono a chi li trascura; c) non lodiamo la confusione, ma intendiamo perfezionare la conoscenza in quanto le sia, come necessariamente le è, misto un po' di confusione". (Baumgarten: Estetica, 1750).
(...) Baumgarten permette di costruire l'estetica non solo come generico nome in grado di raccogliere, leibnizianamente, una "unitá nella varietá", in un asettico quadro armonico, non solo dunque consente di riconoscere in un nome le ricerche, antiche e moderne, sul bello, sull'arte, sull'immaginazione, sul sublime, sulla poetica o sulla retorica, ma anche, e sopratutto, istituzionalizza al di lá dell'etimologia, quasi a sigillo della sua essenziale "confusione", il carattere poisemantico del termine estetica: polisemanticitá in cui siamo ancora oggi immersi.
L'estetica è allora (...) la scienza della sensibilitá, lo studio el bello nelle sue varie forme, la teoria dell'arte, il punto di raccordo dei caratteri sensuali di poetica e retorica, la disciplina in cui si confrontano quei poteri dell'uomo che, come l'immaginazione, costruiscono rappresentazioni extralogiche."
FRANZINI, Elio & MAZZOCUT-MIS, Maddalena: Estetica
Bruno Mondadori. Milano, 2000.
(pp. 1-6)
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