viernes, 9 de octubre de 2009

Mitizzazione acritica della "cultura popolare" (Giovanni Attili)



"Parliamo del rischio che trasforma un'idea potente e significativamente rivoluzionaria in una pericolosa ideologia. Questo avviene nel momento in cui la voce del popolo diviene a priori ed automaticamente qualcosa di bello e di buono. E' sempre vero che le voci dal basso siano inopinabilmente eloquenti? Non sempre.

[…]


La pianificazione urbana deve imparare ad ascoltare il sentire delle persone, i vissuti, le esperienze, le esigenze, i germi di creatività e di cambiamento che sono presenti all'intero dei tessuti urbani. De Certeau a questo proposito sottolinea la necessità di coltivare uno slancio di ottimismo nei confronti della gente: una generosità nell'intelligenza delle persone e una fiducia negli altri. La sua posizione, pero molti versi condivisibile, è riassunta in una boutade significativa: "è sempre bene rammentare che non bisogna considerare la gente idiota" (de Certeau 2001). Secondo lo studioso francese sono proprio gli abitanti, spesso i piú svantaggiati, a costruire, attraverso operazioni multiformi, nuove pratiche di senso. Nuove procedure creative d'invenzione del quotidiano. Si tratta di fermenti ed intelligenze che necessitano di essere colte da chi pretende di occuparsi di città, superando razionalità tecnicistiche e aprendosi all'ascolto di narrazioni altre. Aprendosi al ascolto di storie di vita che trasformano e attribuiscono nuovo significato allo spazio urbano."

ATTILI, Giovanni: Rappresentare la cittá dei migranti. Jaca Book; Milano, 2008. (pp 118, 119)

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