"La marginalità non assume più oggi la figura di piccoli gruppi, bensì quella di un'emarginazione diffusa; è l'attività culturale dei non-produttori di cultura, anonima, non leggibile, non simbolizzata, e che resta la sola possibile per tutti coloro che pure pagano, acquistandoli, i prodotti - spettacoli che scandiscono un'economia produttivistica. La marginalità dunque si universalizza. E' divenuta maggioranza silenziosa.
"Ciò non significa però che sia omogenea [...] la carenza di mezzi d'informazione, di beni finanziari e di "assicurazioni" d'ogni tipo esige un di più di astuzia, di capacità di sognare o di ridere"
"Ciò non significa però che sia omogenea [...] la carenza di mezzi d'informazione, di beni finanziari e di "assicurazioni" d'ogni tipo esige un di più di astuzia, di capacità di sognare o di ridere"
DE CERTEAU, Michel: L'invenzione del quotidiano. Lavoro. Roma, 2001. p. 13.
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